Bambino interiore ed evoluzione

I bambini interiori sono presenti nella maggioranza delle cose che facciamo, delle azioni che compiamo e delle emozioni che viviamo: per la maggior parte del tempo della nostra quotidianità siamo dominati dai bambini interiori, ma non ce ne rendiamo conto.

Quando possiamo riconoscerli?
Nel momento del disagio, quando sentiamo il fastidio, quando sentiamo la paura.
La mente giustifica con pensieri razionali, logici e con motivazioni antiche l’espressione dei nostri bambini interiori, ma questo non è sano.

Qual è il meccanismo che dobbiamo interrompere se desideriamo evolvere e manifestare quel progetto che abbiamo scelto prima di incarnarci?
Dobbiamo imparare a far emergere i bambini interiori in maniera conscia e consapevole, in modo tale da non venire più gestiti da loro, ma essere noi ad agirli con intento e consapevolezza.
Far emergere vuol dire dare spazio con presenza e chiarezza interiore.
E, per farlo, è necessario imparare ad esprimere in maniera sana i bisogni, i desideri, le richieste di
Quelle parti di noi che non hanno il coraggio di farlo, di quel bambino che si è ritirato nell’inconscio, perché incompreso, ferito, addolorato, rifiutato.

Come pensiamo di poter manifestare il nostro progetto evolutivo senza coinvolgere i bambini interiori?
Noi vorremmo evolvere senza attraversare le ferite, ma questo non è possibile, perché è tramite loro che riacquisiamo quella forza Animica che è rimasta bloccata nei bambini interiori.

L’approccio al lavoro su di sé è domandarsi “Come posso sopravvivere alla mia ferita?”, non “Come posso evitarla?”
E in un secondo momento sarà:
“Come posso trasmutarla e scoprire il dono in essa contenuto?”
Si evolve stando nella vita vera di tutti i giorni, andando a “lavorare”, sperimentando e agendo in mezzo agli altri: con i figli, con la famiglia, a lavoro, con gli amici.
Per far crescere i bambini interiori è necessario prima vederli, capire dove sono nascosti, solo dopo li possiamo portare a maturità, altrimenti rimarremo sempre loro schiavi.
Questo è lo scopo della crescita, sia spirituale che personale: la fatica sta nell’aprire quello scomodo cassetto buio e cercare di fare luce dentro, guardare quello che c’è e accettarlo, anche se il più delle volte può non piacerci.

Riuscire a trovare il coraggio di vedere e scoprire ciò che non ci piace di noi, e poi imparare ad accettarlo e trasmutarlo proprio perché fa parte di noi, questo significa darsi una possibilità di evolvere, perché abbiamo svelato qualcosa di noi stessi.

Il nostro progetto divino si può svelare solo quando arriviamo ad accettarci, in tutte le nostre fragilità.
Le ferite sono delle lenti colorate che ci appannano la vista, che ci fanno vedere la realtà in una dimensione diversa.
Il lavoro su di sé consiste nel decolorare queste lenti, per poterci rivelare per ciò che siamo, liberati dai vincoli interiori emotivi.

Dobbiamo manifestare l’anima tutti i giorni nella nostra vita, a condizione di aver visto i nostri bambini interiori.

L’atto più potente e rivoluzionario che possiamo fare è innamorarci dei nostri bambini interiori, perché lì sono contenuti il nostro progetto animico e i nostri talenti.

𝗜𝗟 𝗕𝗔𝗠𝗕𝗜𝗡𝗢 𝗜𝗡𝗧𝗘𝗥𝗜𝗢𝗥𝗘: 𝗟𝗘 𝗙𝗘𝗥𝗜𝗧𝗘 𝗘𝗠𝗢𝗧𝗜𝗩𝗘 𝗘 𝗜𝗟 𝗣𝗥𝗢𝗚𝗘𝗧𝗧𝗢 𝗗𝗘𝗟𝗟’𝗔𝗡𝗜𝗠𝗔

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